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OTIUM CORRUPTION AND THE DASH

 

Opening 18 Novembre, 11.00

Dal 19 Novembre al 9 Dicembre 2017

Palazzo Marigliano Caracciolo, Via San Biagio dei Librai 39, Napoli

Absolute hospitality requires that I open up my home and that I give not only to the foreigner  (provided with a family name, with the social status of being a foreigner, etc.), but to the absolute, unknown, anonymous other, and that I give place to them, that I let them come, that I let them arrive, and take place in the place I offer them, without asking of them either reciprocity (entering into a pact) or even their names. 

(Jaques Derrida, Of Hospitality, 1996. P. 58)

 

 

Residency 80121 è lieta di presentare Otium – Corruption and the Dash, mostra che chiude la prima edizione del progetto di residenze in collaborazione con il Relais Regina Giovanna di Sorrento.

La prima edizione della residenza, dal titolo The Good, The Bad and the InBetween, ha ricevuto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee.

La mostra mette in dialogo pratiche artistiche, ognuna con la propria singolarità nell’agire site specific, le quali hanno contribuito a creare una dialettica circolare di appropriazione e ridefinizione dello spazio e della

relazione fra l’ospite e l’ospitante, l’Io e l’Altro. Il risultato è la creazione di un unico ecosistema, fluido e incompleto, che mette in condizione il fruitore di porsi nuove questioni sulle relazioni create all’interno dello spazio espositivo.

In mostra, nuovi lavori degli artisti Zehra Arslan, Raffaela Naldi Rossano, Santiago Reyes Villaveces e Susanne Winterling. Gli artisti hanno soggiornato per un mese al Relais Regina Giovanna, dal 9 Ottobre al 5 Novembre.

Le opere di Maria Thereza Alves e Jimmie Durham costituiscono parte integrante del discorso espositivo, quali fondanti punti di riferimento e d’ispirazione dello scambio collettivo creatosi durante la residenza.

La mostra è ospitata all’interno di un appartamento del Palazzo Marigliano, in Via San Biagio dei Librai. Il Palazzo, migliore esempio dell’architettura rinascimentale napoletana, soggetto a innumerevoli rimaneggiamenti nel corso del tempo, quale la costruzione della splendida scala settecentesca, finanche ai danni causati dall’esplosione di una bomba nella zona durante la seconda guerra mondiale, costituisce un importante riferimento nel centro storico della città, luogo di tradizione artigianale, risveglio culturale, impegno sociale. Sulla facciata, all’interno del cortile, sui soffitti del piano nobile, è possibile leggere l’iscrizione Memini, monito a ricordare.

In occasione della mostra, vengono riaperte le stanze di un appartamento privato che ospitava la Sovrintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania, e che è rimasto chiuso per lunghissimo tempo. Alla chiusura della mostra, l’appartamento tornerà ad essere privato e sarà ristrutturato. La mostra diventa dunque anche ultimo momento di scoperta di alcune stanze del piano nobile del palazzo, finora inaccessibili, e tra le più pregevoli: lo splendido salotto da ballo, che conserva porzioni di affreschi originali di Francesco De Mura del 1750 e delle pavimentazioni del ‘700 e che ospita la prima parte di Otium – Corruption and the Dash.

Cari Santiago, Susanne e Zehra,

Vi scrivo nella mia lingua madre, l’italiano, perché non voglio che voi comprendiate le mie parole ma più quello che sento, rispetto alla comunità, quel Noi utopico che abbiamo provato a creare.

All’imbrunire del 18 Settembre, rivivendo e forse ridefinendo un vissuto esperienziale che spontaneamente ci culla in quella pratica dell’otium, nelle quali mura di tufo e olive, lo spazio che ci ospita ne contiene strati di storie fra ispirazioni creative, effimere attività di intrattenimento, ed anche misteri e fantasmi, una lettura caratterizza la direzione che prenderanno i dialoghi successivi. L’inconscio collettivo si uniforma e una domanda si materializza, “Quali saranno le forme di questo progetto appena nato?” “Il libro dei Mutamenti”, arrivato dalla Cina per declinare le sorti dei vari amanti scomparsi della Regina Giovanna D’Angiò, ci da risposta ed un’epifania si materializza : il carattere KU, il numero 18, il quale recita:

Operare su ciò che è stato corrotto ha sublime riuscita.

Propizio è attraversare la grande acqua.

Prima del punto iniziale tre giorni,

Dopo il punto iniziale tre giorni”

Un giorno d’ozio, passeggiamo e ridefiniamo l’atto di camminare, i piedi ora sono pesanti, quello che resta sono le pieghe che rompono il suono dei nostri battiti. Poi beviamo e ci risvegliamo davanti ad una laguna ricoperta di fango. Feci e animali randagi, arriva così la corruzione. Quante poesie riesci a recitare in una notte di luna piena? Forse due e poi il silenzio.

Svegliarsi all’alba e cantare. Respirare un suono di uccelli migranti. Quanto tempo passa mentre si guarda il mare.

E’ un paesaggio immaginario, ecco Zehra li è la tua terra madre, dopo tanta perseveranza l’hai trovata. Si nasconde fra le gambe legnose di una donna vogliosa, o in un’ampolla verde.

Si avvicina però la verità, ricreare una struttura che regge, protegge. Un soffitto di una sala da ballo, vissuti di baci segreti e danze un po’ troppo manierose.

Ogni segmento di una struttura è qui definito, mio caro Santiago, ma quale è invece la sua funzione?

Si innalza al cielo, vuole imporsi, è parassita del tempo e qui dice io esisto. Non importa quello che rappresento, ho una storia, ma non mi lascio definire da nessuno.

O mia cara Susanne, muovo i miei arti qui al buio, nelle ondeggianti acque e il mio corpo s’illumina di vita. Così comprendo I limiti della mia pelle tramite l altro, un ecosistema che luccica è definisce ma allo stesso tempo questiona i confini della mia identità.

Abbiamo bevuto vino rosso fino a che non si è fermato il tempo. La verità non l’abbiamo trovata ma un qualcosa è nato. Cosa avviene quando si prova a danzare in un angusto corridoio pieno di vetri rotti?

Tutto diventa confuso, non comprendo dove finisce ciò che appartiene alla mia persona e non è parte del gruppo. Quello che vedo diventa specchio dei vostri occhi.

Osservo tramite un occhio multicolore che appartiene a Santiago, Zehra e Susanne.

L’attaccamento alla tradizione ha portato decadenza. Memini. Memini. Menimi.

Ricordo quando giocavo sommersa da bambole, venute da tutti gli angoli del pianeta per incontrarsi qui e ora con una bambina sola.

Nuotare ogni mattina ci ha curato. Abbiamo appreso che si può sbagliare, tutto ciò che esiste è incompleto. Questo circolo non si chiuderò mai. Che senso ha avuto la venuta di Dio. Siamo esseri finiti ma qui abbiamo provato a diventare eroi e avendo fallito siamo riusciti nell’intento.

Raffaela

Residency 80121 thanks

Gianluca, Anna Paula and the team of Relais Regina Giovanna; Marigliano Caracciolo Family and Parrella Family; Gianna, Iacopo, Giorgio and Giuseppe; Antonio, Jimmie and Maria Thereza people that live, work or gravitate to Palazzo Marigliano

Anna Maria, Marianna, Paola, Lena, Angela, Claudia, Andrea, Alessandra, Vanni, Gennaro, Roberto and Max Krefeld and Mark Velarde.

Nello, Tonino and Giuseppe.

Paolo Sordino e Adrianna Ianora, Marine Ecology Department Stazione Zoologica  A Dohrn“ and the fishermen of Marina Grande.

E tutte le persone che sono state con noi questi mesi.